Benefit

Nel momento in cui anche questi ultimi baluardi ci verranno negati cosa ci rimarrà? I luoghi pubblici sono già stati svenduti, le piazze sono già presidiate da vigilanti e forze dell’ordine.

Allora per ricordarci che cose come queste esistono grazie alla partecipazione e all’iniziativa dal basso, che non sono scontati e vanno difesi da tutti, una parte del festival andrà in benefit a chi è stato sgomberato dall’occupazione di via Incontri 2, che ha ospitato l’edizione dell’anno scorso.

Inchiostri ribelli vuol dire ricordarsi che la pratica artistica può essere svincolata dalle leggi di mercato, può essere costruita, vissuta e pensata in maniera collettiva e soprattutto vuol dire anche solidarietà: parte del benefit andrà a sostegno di Sos Gaza che continua tra le macerie a portare avanti il suo percorso di sostegno concreto e in parte a coloro che quest’anno hanno subito la repressione del governo italiano per il loro appoggio alla causa palestinese, una delle espressioni più dirette della sua connivenza con il genocidio in corso. Dunque ad Anan, detenuto nel carcere di Terni per aver partecipato alla resistenza in Palestina, accusato di associazione con finalità di terrorismo, e a Tarek, arrestato in seguito alla manifestazione in sostegno della Palestina il 5 ottobre scorso, caso esemplificativo di come la repressione si scateni con maggior violenza su soggettività migranti, usato come capro espiatorio della rabbia di moltissime persone con una condanna con rito abbreviato di 4 anni e 8 mesi.

Qualcosa sotto la cenere insomma, continua a covare, sta a noi trovare il modo di dargli ossigeno e dargli spazio.

Forse addirittura, sta a noi essere quel fuoco.

Buon Inchiostri Ribelli a tutti!