Cosa unisce i ragazzi della rivolta del 30 ottobre a Firenze ai lavoratori in sciopero della Texprint a Prato a quelli in mobilitazione per la chiusura della Gkn a Campi? Un abisso sembrerebbe separare chi del rifiuto del lavoro salariato ha fatto un’ideologia o uno stile di vita, da chi quel lavoro lo vorrebbe dignitoso, a chi lo ha perso ed è disposto ad insorgere pur di riaverlo. Ai nostri occhi quell’abisso invece non è che un rigagnolo, oltrepassabile con un piccolo salto. Quel salto, neanche a dirlo, si chiama solidarietà, e ognuno può compierlo con il mezzo che preferisce: allestendo un giardino per ospitare gli eventi, cucinando, tatuando, recitando, disegnando o anche solo passando a bere uno sgroppino (sì, li facciamo anche quest’anno) e far quattro chiacchiere. Perché l’unico abisso che ci separa è quello con chi sfrutta, isola e devasta. Chiunque scelga di non aspettare che il cadavere del proprio aguzzino passi da solo sulle acque, sarà sempre dalla nostra parte del fiume, sarà sempre sul nostro stesso argine. Un argine alle ingiustizie di questo mondo, un argine che quest’oggi vogliamo fatto di arte.Perché una canzone, una poesia, un fumetto o un quadro possono davvero cambiare tutto. Se non il mondo intero, almeno la vita nostra e di chi ci sta a fianco. A noi è successo.Buon inchiostri ribelli.